Oggi vi propongo un interessante articolo del giornalista economico Alfonso Tuor :
"La crisi finanziaria sta subendo un’ulteriore metamorfosi. L’epicentro della crisi sta spostandosi dal rischio di collasso del sistema bancario alla questione della solvibilità dei debiti pubblici dei Paesi occidentali.
... La questione centrale diventa dunque un’altra: fino a quando e a quale livello dei tassi di interesse i mercati dei capitali saranno disposti ad assorbire l’enorme quantità di obbligazioni che gli Stati sono costretti ad emettere per finanziare i loro crescenti debiti pubblici?
... Dunque, l’incrinarsi della fiducia dei grandi investitori esteri si aggiunge ai crescenti timori degli investitori privati, che ritengono sempre più probabile che gli Stati Uniti scelgano (o siano costretti ad imboccare) la via dell’inflazione per uscire dalla crisi. Questa opzione viene sempre più frequentemente evocata negli Stati Uniti come l’unica via percorribile. Ma dato che oggi l’economia americana è in deflazione e vi è un’enorme quantità di capacità produttive inutilizzate, le aspettative inflazionistiche e l’inflazione possono essere create solo attraverso una forte svalutazione del dollaro. Ciò equivarrebbe ad un ulteriore trasferimento dei costi della crisi agli altri Paesi e comporterebbe non solo forti rischi di protezionismo, ma anche un aumento delle tensioni internazionali. In conclusione, l’ultima metamorfosi di questa crisi induce a ritenere che le spie più affidabili da seguire con attenzione nei prossimi mesi siano il tasso di cambio del dollaro e i rendimenti dei titoli di stato americani."